Silvia Malacrea

PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA

A PALMANOVA

PSICOTERAPIA GESTALT

La Terapia della Gestalt non è soltanto una psicoterapia, ma una vera e propria filosofia esistenziale che si occupa di promuovere un contatto autentico con se stessi, con gli altri e con tutto ciò che ci circonda.

Lo psicoterapeuta della Gestalt:

Considera la persona non solo attraverso le problematiche che essa esprime, ma soprattutto attraverso il potenziale umano racchiuso nell’organismo.

Si interessa all’intera esperienza di vita di una persona in tutti i suoi aspetti: fisico, psicologico, intellettuale, emotivo, relazionale e spirituale.

Aiuta la persona a fare esperienze diverse di se stessa nel “qui ed ora”, in sostanza nell’unico tempo che ci appartiene e in cui è possibile che avvengano dei cambiamenti. 

È interessato ad allargare l’orizzonte della consapevolezza del paziente al fine di favorire l’integrazione tra il livello emotivo (cosa sento), cognitivo (cosa penso) e il comportamento (cosa faccio).

Sostiene lo sviluppo della capacità di immaginazione (vedere nuove connessioni tra i dati di realtà) e del senso di responsabilità (inteso come abilità di rispondere) affinché la persona possa sentirsi più libera di agire nel suo ambiente.

La psicoterapia della Gestalt aiuta a sviluppare un adattamento creativo dell’organismo all’ambiente.

“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia così come il giorno nasce dalla notte oscura”. 

Il mondo come lo vedo io, A. Einstein, 1934

Il disagio psicologico spesso nasce dal fatto che, pur desiderando un cambiamento, continuiamo a fare nei confronti di noi stessi e del mondo che ci circonda le stesse cose. Con “stesse cose” intendo le abitudini, gli automatismi e i meccanismi di difesa che sono stati funzionali in un determinato momento della nostra vita, ma non lo sono più in contesti differenti da quello in cui sono nati.

Una persona potrebbe aver sperimentato nell’infanzia, nel contesto in cui viveva, un determinato comportamento  che era tutto sommato efficace, in quanto le permetteva di ottenere qualcosa di piacevole o di evitare qualcosa di spiacevole.
Il bambino impara molto presto a comprendere e a capire il tipo di risposta positiva o negativa che riceve, perché soddisfare le esigenze dell’ambiente esterno significa sopravvivere. Un bambino da solo non può sopravvivere, lo fa adattandosi all’ambiente.

Questi comportamenti diventano pian piano automatici perché ci “specializziamo” nel fare quello che ci riesce meglio e che ci fa sentire sicuri al punto da non essere più nemmeno consapevoli di metterli in atto. Ad un certo punto della nostra vita può accadere che questi meccanismi si siano talmente irrigiditi da permetterci di comportarci solamente in un certo modo, per cui sviluppiamo un adattamento stereotipato invece che essere un adattamento creativo.

Ognuno di noi ha bisogno di stare in relazione, di sentirsi amato dall’altro e di fare qualcosa per corrispondere alle richieste dell’ambiente esterno. Al tempo stesso  abbiamo bisogno di ascoltare le nostre esigenze interne, di soddisfare i nostri bisogni e di esprimere ciò che siamo, per non andare incontro ad un eccesso di frustrazione.

In psicoterapia si lavora al fine di armonizzare il movimento tra questi opposti, per fare in modo che quello che è un meccanismo che si è irrigidito verso una sola direzione, diventi un adattamento creativo, cioè un movimento costante che mi permetta di soddisfare parte di me e l’ambiente esterno.

La relazione terapeutica rappresenta il laboratorio di ricerca ideale in cui la persona può scoprire, osservare e integrare alcuni aspetti della sua personalità sperimentando nuovi modi di stare in contatto con se stessa e con gli altri e permettendosi di “giocare” nuovi comportamenti all’interno di uno spazio protetto.

“Le persone sono convinte, spesso, di dover diventare diverse da come sono, di essere sostanzialmente sbagliate e di dover diventare giuste, e molti consumano inutilmente anni per perseguire questo scopo. In realtà il buon senso mostra come le persone sono quel che sono e non possono cambiare quel che sono: possono invece cambiare ciò che fanno e fare infinite cose diverse” (cit. Quattrini P.,2007)